Storia
Il sito fu occupato inizialmente nel periodo arcaico (VII-VI
secolo a.C.). Il primo tempio del santuario fu costruito alla
fine del VII secolo a.C. e intorno ad esso si sviluppò un
piccolo insediamento. Sebbene la storia preistorica del tempio
sia incerta, è probabile che il tempio arcaico sia stato
ricostruito almeno una volta o due tra il 600 e il 500 a.C. Il
tempio classico di Ictino fu costruito nel 420 a.C. circa.
La parte superiore del santuario è situata sul
Monte Kotilion. I templi furono abbandonati nel
III secolo a.C., mentre il santuario di Apollo, rimase in uso
nei periodi ellenistico e romano, come dimostrano le piastrelle
utilizzate per riparare il tetto del tempio.
Pausania visitò il santuario nel II secolo d.C.
e descrisse i monumenti e la loro storia. Nei secoli successivi
il santuario fu abbandonato e gravemente danneggiato da una
serie di terremoti che apportarono dei danni agli edifici.
Il Racconto di Pausania
“Figalia è circondata da montagne, a sinistra del monte Kotilos.
La distanza dalla città al Monte Kotilios è di circa quaranta.
Sulla montagna c’è un luogo chiamato Bassai e il tempio di
Apollo Epikio (l’Assistente), che, compreso il tetto, è in
pietra. Dei templi nel Peloponneso, questo potrebbe essere
collocato prima, dopo quello a Tegea, per la bellezza della
pietra e per la sua simmetria.
Apollo ha preso il suo nome dall’aiuto che ha dato durante un
periodo di contagio, proprio come gli Ateniesi gli hanno dato il
nome di Alessio per evitare la loro pestilenza. Fu durante la
guerra tra il Peloponneso e gli Ateniesi che salvò anche i
Figali in nessun altro tempo.”
Il poco che si conosce di questo tempio viene da Pausania, un geografo greco del II secolo, che lo visitò. Questo autore ha attraversato la Grecia continentale e ha lasciato delle note raccolte in modo confuso, per quanto infinitamente prezioso per sua loro unicità.
Pausania afferma che questo tempio fu consacrato dagli abitanti di Figalia ad Apollo Epicurio, un dio guaritore che venne in loro aiuto durante un'epidemia di peste. Dichiara inoltre che l'architetto era Ictino, senza tuttavia fornire alcuna prova a supporto di questa affermazione. Pausania, inoltre, non spiega perché il tempio fosse separato tra le montagne, a 8 chilometri dalla città, in un luogo di accesso così difficile dato che ci vogliono diverse ore di cammino per raggiungerlo.
Architettura
Il tempio di Apollo Epicureo è un edificio
periptero
esastilo.
Fra gli elementi caratteristici della sua architettura vi è la
Pianta allungata, una caratteristica dei templi del periodo
arcaico, con il lato lungo avente 15 colonne (invece di 13 come
ci si aspetterebbe in base al rapporto fra i lati di regola
usato in quel periodo), l’orientamento nord-sud (invece di
quello est-ovest della maggior parte dei templi antichi) e
l’esistenza di una porta sul lato orientale che costituisce una
seconda entrata alla
cella.
Il tempio è di dimensioni relativamente modeste, con lo
stilobate
che misura 38,3 per 14,5 metri e con un peristilio di sei
colonne per quindici, di
ordine dorico. L'esterno è in gran parte costruito in pietra calcarea
dell'Arcadia; il marmo venne impiegato per il
fregio,
i capitelli, i cassettoni dei vestiboli, le
metope e
per il tetto.
Come tutti i templi maggiori è dotato di 3 "stanze": un
pronao,
un
nao (che
probabilmente ospitava una statua di Apollo) ed un
opistodomo. Sul fondo la cella continua in un ampio vano (adyton) che conduce all'esterno tramite una porta laterale.
Pianta dell’edificio: [1] opistodomo [2] adyton [3] nao [4] pronao
La cella è caratterizzata dalla ricca decorazione architettonica e scultorea dell'interno. In essa coesistono semicolonne di stile ionico, con basi di forma particolare, e sull'asse centrale di simmetria, una colonna che portava il più antico capitello corinzio della storia.